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Morelli era precedentemente intervenuto alle conclusioni del congresso provinciale di Varese. Quell’occasione fu la prima verifica ufficiale della forza del "sindacato libero" in provincia, passato dai 15.000 aderenti alla Corrente Sindacale Cristiana in seno alla Cgil unitaria nel 1947, ai 35.000 attuali, a solo un anno dalla scissione sindacale.

 Fu anche l’occasione però per riflettere sulle difficoltà dei rapporti con la controparte padronale il cui atteggiamento non aveva assolutamente risposto alle aspettative del nuovo sindacato. "Ci siamo illusi per un istante di poter trovare in loro – nell’Associazione degli industriali – veramente quello spirito di comprensione per l’avvio di rapporti improntati a sincera e serena collaborazione" diceva un passaggio della relazione di Azimonti al Congresso. "Diciamo che ci siamo illusi perché col passare del tempo, ci siamo accorti che quella cordiale accoglienza nascondeva un segreto fine. Essi speravano di poter trovare nei Liberi Sindacati degli alleati … quando hanno potuto constatare che sul piano dell’azione noi siamo degli ostinati, allora le cose sono sostanzialmente mutate".

I fatti sindacali che motivavano questo giudizio dipendevano dalle difficoltà incontrate a trovare degli accordi in occasione della chiusura di importanti gruppi metalmeccanici come quelli della Cemsa e dell’Isotta Fraschini nel saronnese, ma soprattutto nelle durissime vertenze del settore tessile sull’assegnazione del macchinario che portare a scioperi e ad occupazione di aziende e sul mancato rinnovo del contratto dei metalmeccanici da parte dell’Api, l’associazione delle piccole imprese.

Contrariamente alla linea che caratterizzerà la Cisl in tutta la sua esperienza futura, tutte queste difficoltà spingevano il sindacato provinciale a cercare una soluzione nella richiesta dell’intervento della legge a tutela del lavoro. Ancora Azimonti nella sua relazione al congresso: "E’ necessario che ogni lavoratore si scelga il proprio sindacato liberamente e non costretto ad avere una tessera (quella della Cgil – n.d.r.) per il clima di paura e di timore che appositamente viene creato nelle aziende, e soprattutto che questa legge non permetta, come si assiste ancora ai nostri giorni, che degli industriali manomettano il diritto del lavoro in spregio anche alle più elementari leggi morali. Gli attentati ai contratti di lavoro con la scusa che l’azienda faccia parte o no dell’Associazione industriali o che sia iscritta all’A.P.I. non devono più avvenire. E’ necessario perciò che questa legge pieghi la volontà di prepotere di queste forze guidate dall’egoismo dichiaratamente avverse ad ogni forma di progresso e giustizia sociale. E infine che essa sancisca il dovere di tutti i lavoratori a pagare un contributo alle organizzazioni sindacali. Tutti beneficiano del contratto normativo e delle altre conquiste delle organizzazioni sindacali ed è giusto che paghino questo bene sociale che essi ottengono. … Ecco i motivi per i quali sosteniamo la legge sindacale e chiediamo allo Stato che dia una prova concreta di quanto esso sa fare per i lavoratori".

Seppur la "legge sindacale" fosse all’ordine del giorno, per altri motivi, anche del congresso nazionale, fu lo stesso Morelli, nelle sue conclusioni al congresso provinciale, a correggere profondamente questa aspettativa della base sindacale richiamando gli "amici di Varese ad un maggiore senso di realtà e anticipando una linea che acquisterà sempre più forza nel pensiero successivo della Cisl: "…per ottenere una legge sindacale che tuteli veramente i lavoratori, occorre che gli stessi lavoratori abbiano a creare un’organizzazione tale da non aver bisogno della legge … se i lavoratori saranno organizzati in modo efficiente, da poter risolvere i loro problemi da soli, la legge sarà certamente delle migliori, se invece i lavoratori saranno deboli e non avranno la forza di definire i loro problemi, la legge sarà un integrativo, ma non troverà la possibilità di risolverli per loro. Infatti come c’è un Codice che stabilisce delle disposizioni e c’è tanta gente che cerca di violare il codice, altrettanto farà con la legge."


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