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Giulio Pastore

 

Giulio Pastore nasce a Genova da famiglia operaia il 17 agosto 1902 e trascorre la giovinezza fra la scuola e la fabbrica. A soli 12 anni, in seguito alla morte del padre, un lattoniere novarese, comincia a lavorare come manovale in uno stabilimento tessile di Borgosesia. A 15 anni si trasferisce in una fabbrica di Varallo Sesia dove già inizia a distinguersi come sindacalista precoce.  A 20 anni viene chiamato presso l’Unione del Lavoro di Monza, dove conosce Achille Grandi, il fondatore del sindacato di orientamento cristiano nel periodo prefascista.

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Comizio di Giulio Pastore  in piazza Navona a Roma

Dopo una parentesi di attività sindacale e giornalistica in Valsesia nel 1923, dove assume ruoli di responsabilità anche nell’ambito dell’Azione Cattolica, sempre a Monza comincia la sua attività di giornalista a Il Cittadino, che sotto la sua direzione diviene ben presto uno dei più battaglieri organi cattolici del tempo, fino al 1925, quando le pressioni del regime portano al licenziamento del suo direttore. Pastore dedica da allora ogni sua attività all’Azione cattolica, prima responsabile per la diocesi di Novara, poi nella Presidenza nazionale della Gioventù di Azione cattolica, incarico che lo obbliga a trasferirsi a Roma con la moglie e i nove figli nel 1935. Questa esperienza si conclude nel 1942, quando Pastore entra nell’attività clandestina di resistenza al regime fascista. Animatore dei primi gruppi democristiani a Roma e membro del Comitato di agitazione sindacale, viene arrestato nei rastrellamenti che seguono lo sciopero generale per l’eccidio delle Fosse Ardeatine. Lascia Regina Coeli solo con la liberazione della città da parte degli alleati.

Nella rinnovata democrazia italiana, è nominato componente della Direzione centrale della D.C. e ne dirige la campagna elettorale nel 1946 in qualità di segretario organizzativo.

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Giulio Pastore al camposcuola di Ortisei nel 1957

Ma il suo impegno si concentra sin dal principio nel campo sindacale: nelle Acli, che contribuisce a promuovere insieme a Grandi ed altri e di cui è il primo segretario generale; nella Cgil unitaria, come segretario della corrente cristiana succedendo a Grandi e Rapelli in questo incarico; nella Lcgil prima e nella Cisl poi, come padre fondatore e primo segretario generale. In questo periodo rappresenta i lavoratori italiani nel Bureau du Travail a Ginevra, con responsabilità dirigenti. Partecipa inoltre alla costituzione della Cisl internazionale, del cui esecutivo è componente sin dall’inizio.

Resta alla guida della Cisl fino al 1958 quando, in relazione anche alla sua attività nell’ambito della D.C., entra a far parte del Governo Fanfani, prima manifestazione di rottura nei confronti della destra politica ed economica.

Tranne una breve parentesi nel 1960, seguita alle sue dimissioni dal governo Tambroni per incompatibilità con l’appoggio esterno del M.S.I., resta titolare del Ministero per lo sviluppo del Mezzogiorno anche nei governi successivi di centro-sinistra fino alla metà degli anni ’60. Muore il 14 ottobre 1969.

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Giulio Pastore al camposcuola di Salerno nel 1957

Note biografiche tratte da:

"I Lavoratori nello Stato", scritti e discorsi di Giulio Pastore, Firenze, Vallecchi, 1963

Silvio Costantini, "Giulio Pastore", Roma, Fisba Cisl, 1978

Centro Studi Cisl, "La Cisl 1950-1980", a cura di C.Brezzi, I.Camerini, T.Lombardo, Roma, Edizioni Lavoro, 1980


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