La stagione dellunità sindacale |
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Nel 1970, a recepimento di molte conquiste
operate negli anni precedenti dal sindacalismo italiano, viene varata la legge nota come
"Statuto dei lavoratori", una legge che per la verità trova tiepida la CISL,
legata più alla concezione delle conquiste contrattuali,
che non legislative. Gli stessi fatti e le lotte sindacali che favoriscono l'approvazione dello "Statuto dei lavoratori", spingono per una nuova stagione di unità sindacale. Fin dal marzo 1966 il Consiglio Generale della CISL si esprime a favore di un nuovo tentativo di unità sindacale e nel congresso del 1969 viene ribadito lobiettivo del superamento del pluralismo delle sigle sindacali. Nellottobre dello stesso anno a Firenze i Consigli Generali di CGIL-CISL-UIL danno avvio al processo dellunità organica ma, in seguito ad incertezze e difficoltà, nel Luglio del 1972 si giunge solo alla fondazione della Federazione Unitaria, intesa come soluzione di compromesso ed al tempo stesso come prima tappa per il raggiungimento dellunità. Ma il patto federativo sconta la diversità tra le posizioni ed i
comportamenti e, pur vedendo la Federazione ottenere risultati importanti (miglioramento
delle pensioni, unificazione del punto di contingenza, contributo ad affrontare la crisi
economica del Paese con lassemblea dellEUR del 1978), registra anche molte
resistenze e dissensi sia interni, che esterni, specie in seguito al clima derivato dai
nuovi governi di unità nazionale, che vedevano per la prima volta il Pci e quindi la Cgil
non più all'opposizione. Anche dove il processo unitario va più avanti, come nel sindacato metalmeccanico, con la costituzione di ununica sigla, la FLM, ununica sede, un unico tesseramento sarà solo la FIM a celebrare il congresso del proprio scioglimento, il 19 e 20 maggio del 1972, senza essere seguita in ciò né dalla FIOM, né dalla UILM. Gli accordi del 1983 e del 1984, che affrontavano il nodo sindacale della lotta all'inflazione e del rilancio economico del paese, accelerano la crisi dellunità sindacale. Il primo, che prevedeva la riduzione del costo del lavoro, attraverso un alleggerimento della scala mobile, vede la CGIL esprimere la sua adesione insieme a CISL e UIL. Il secondo, che stipulava un patto anti-inflazione, con la rinuncia da parte dei lavoratori a tre punti di contingenza, vede la CGIL contraria e promotrice, tramite la sua componente comunista, di un referendum abrogativo. Tale atteggiamento seppellisce le prospettive unitarie. |